Per un amico…

[Questo post, che annoierà tutti coloro che non conoscono i fatti pregressi, è dedicato al mio amico L*. Ma, come sempre, potrete comunque trarvi significative lezioni di vita, Gentili e Stimatissimi Utenti].

Con tutte quelle montagne intorno, la sera è nerissima a Trento; ma l’atmosfera estiva si fa sentire anche là (Trento è una delle città in cui vivo da qualche mese…sì, sono diventata apolide…spalmata tra Trento, Bologna e le dolci terre natìe…inseguendo amici, scavi archeologici e libri introvabili). Siamo usciti, tutti insieme, noi truppone di archeologi (ultimamente la compagnia, che non è mai la stessa, s’è fatta particolarmente piacevole…).

Passare la giornata a prendere “sassi” sporchi di terra, lavarli con cura, scoprire sotto alla malta e al fango le decorazioni scolpite, pensare che quel che vedi tu, che tocchi tu, non lo vedeva nè lo toccava nessuno da milletrecento anni, che è stato seppellito, in silenzio, sotto al pavimento di una chiesa e che ha aspettato lì, fermo e sconosciuto, per decine di secoli, mentre sopra, “in superficie”, si recitavano omelie, si diceva messa, si facevano concili e si aspettava la fine degli inverni o delle guerre, sapere tutto questo ha qualcosa di profondamente fisico e fortissimo. Ti mette l’animo in un mood particolare. Senti che ami qualcosa con decisione. E dopo una giornata così, -a lavare, riporre, spostare casse pesantissime, sporcarsi di malta e di calce- uscire a prendere una birra ha un valore diverso rispetto al solito.

Lei, guidando, dice: metti un cd; sfoglio con poca convinzione. Poi lo vedo: Smash degli Offspring!

Ebbene: quattro cazzoni in una panda bianca con gli Offspring a un volume inconcepibile in qualunque zona al di sopra del Po; Smash: i sedici anni di tutti.

Allora ho pensato al mio amico L* che, come direbbe Schultz, è attualmente “nelle peste”; avrei voluto che fosse lì anche lui, perchè mentre si ascolta quel cesso di disco, che tutti abbiamo amato tanti anni fa [si diceva o no, caro L*, che la musica è l’unica cosa che riesce a strapparti il cuore anche a distanza di secoli, e che si può essere insensibili alle fotografie, ai feticci e ai film malinconico-nostalgici, ma non alla musica?], non si può essere pensierosi o infelici; non si può proprio, di fronte a tanto: gli Offspring e la tua beata gioventù.

Quindi se il male è in parte la musica, può allo stesso tempo essere il rimedio: vorrei che il caro L*: sbattesse gli Offspring on air a mille decibel e pensasse alle sagge parole della mia amica S*, che in un geniale aforisma, tempo fa, mi disse: “Nel dubbio, io mi scoperei mezza Bologna”.

E non mi si dica che predico bene e razzolo male: come diceva Seneca, bisogna guardare a ciò che il filosofo dice, non a ciò che il filosofo fa. Il filosofo è libero di non seguire i consigli.

Vorrei che il mio amico L* prendesse le cose più alla leggera: non avrà forse a disposizione mezza Bologna, ma gli rimane mezzo Piemonte [e anche al di là del Ticino c’è tutto un mondo da scoprire…].

A ventisei anni, non bisogna perdere troppo tempo a soffrire per alcune categorie di bazzecole.

Ci vediamo a Valencia, con il caldo umido soffocante nella tenda, il bagno al mare alla mattina appena alzati e i concerti con i capelli annodati e sporchi di sale.

~ di cocochanel su luglio 5, 2008.

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